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L’osteoporosi: sintomi, diagnosi e gestione della malattia 

Tabella dei Contenuti

L’osteoporosi: sintomi, diagnosi e gestione della malattia 

L’osteoporosi è una condizione patologica che indebolisce le ossa, rendendole fragili e più suscettibili a fratture. Sebbene sia una malattia spesso associata all’invecchiamento, può colpire persone di tutte le età e richiede un approccio multidisciplinare per una gestione efficace. Questo articolo esplorerà nel dettaglio i sintomi, la diagnosi e le strategie di gestione dell’osteoporosi, offrendo una guida completa per i lettori interessati a comprendere meglio questa condizione. 

Cos’è l’osteoporosi? 

L’osteoporosi è una malattia scheletrica caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea (BMD) e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Questi cambiamenti aumentano il rischio di fratture, anche a seguito di traumi minimi. 

La parola osteoporosi deriva dal greco e significa letteralmente osso poroso, riflettendo la struttura delle ossa affette da questa condizione: sotto il microscopio, le ossa appaiono meno dense, con spazi più grandi nel tessuto trabecolare. 

Chi è più a rischio? 

L’osteoporosi è una condizione che colpisce principalmente alcuni gruppi di persone, a causa di fattori genetici, ormonali, nutrizionali e legati allo stile di vita.  

I soggetti più a rischio includono: 

  • Donne postmenopausali: il calo degli estrogeni dopo la menopausa è uno dei principali fattori che accelera la perdita di densità ossea nelle donne. Gli estrogeni, infatti, giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento della massa ossea e la loro diminuzione rende le ossa più fragili e vulnerabili a fratture. Questo rischio è particolarmente alto nelle prime fasi postmenopausali, quando il calo ormonale è più significativo. 
  • Anziani: con l’avanzare dell’età, la densità ossea diminuisce naturalmente. Il processo di rinnovamento osseo rallenta, e le ossa diventano più sottili e fragili. L’osteoporosi colpisce con maggiore frequenza le persone anziane, in particolare quelle che non adottano uno stile di vita sano o che non ricevono un’adeguata quantità di nutrienti essenziali per la salute ossea. 
  • Persone con una storia familiare di osteoporosi: la predisposizione genetica gioca un ruolo importante nello sviluppo dell’osteoporosi. Se ci sono casi di osteoporosi nella propria famiglia, in particolare tra i genitori o i fratelli, il rischio di sviluppare questa condizione aumenta. Le varianti genetiche che influenzano la capacità del corpo di mantenere una buona densità ossea possono essere ereditate. 
  • Chi soffre di malattie croniche: alcune malattie croniche, come l’artrite reumatoide o condizioni endocrine come l’ipertiroidismo, aumentano il rischio di osteoporosi. L’artrite reumatoide, per esempio, è spesso associata a un’infiammazione cronica che danneggia le ossa e riduce la loro densità. Le malattie endocrine, come l’ipertiroidismo, alterano l’equilibrio ormonale e accelerano la perdita ossea. 
  • Soggetti con carenze nutrizionali: la dieta gioca un ruolo cruciale nella salute delle ossa. Le carenze di calcio e vitamina D sono tra i principali fattori di rischio per l’osteoporosi. Il calcio è essenziale per la formazione e la salute delle ossa, mentre la vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio. Le diete povere di questi nutrienti, così come una scarsa esposizione al sole (che stimola la produzione di vitamina D), possono contribuire a un indebolimento osseo nel tempo. 

I sintomi dell’osteoporosi 

L’osteoporosi è spesso definita una malattia silenziosa perché i sintomi iniziali sono generalmente assenti o molto lievi, tanto che la condizione può progredire senza essere notata per anni. Molti pazienti scoprono di soffrire di osteoporosi solo dopo aver subito una frattura, che può essere il primo segno evidente della fragilità ossea. Tuttavia, esistono alcuni segnali precoci che possono far sospettare la presenza della malattia: 

  • Dolore osseo o muscolare: i soggetti con osteoporosi possono avvertire dolore osseo, che può essere diffuso o localizzato, in particolare nella zona della schiena. Il dolore si verifica a causa della riduzione della densità ossea e dei danni a livello vertebrale, che possono provocare fratture microfessurate non immediatamente evidenti. Questo tipo di dolore tende ad aumentare con l’attività fisica o con i movimenti che sollecitano la colonna vertebrale e le ossa più fragili. 
  • Fratture frequenti: le fratture causate dall’osteoporosi sono solitamente il risultato di traumi minori o di incidenti che in circostanze normali non dovrebbero causare danni. Le fratture più comuni in questi casi riguardano il polso, l’anca e le vertebre, che sono particolarmente vulnerabili alla perdita di densità ossea. La frequenza di queste fratture può essere un segnale precoce della malattia, anche se in alcuni casi la persona non è consapevole di avere osteoporosi fino a quando non si verifica una frattura significativa. 
  • Riduzione dell’altezza: un altro segno tipico di osteoporosi è la riduzione dell’altezza, che può essere causata da fratture vertebrali o dal collasso delle vertebre stesse. Le fratture vertebrali, spesso asintomatiche o appena percettibili, possono accumularsi nel tempo e portare a un accorciamento della colonna vertebrale, con conseguente perdita di altezza. 
  • Postura curva: la postura curva è un altro segno comune di osteoporosi. Infatti è spesso il risultato di fratture vertebrali multiple che causano il collasso delle vertebre. Questo provoca una curvatura anomala della colonna vertebrale, che può peggiorare progressivamente. In alcuni casi, la deformità vertebrale è visibile come una curvatura in avanti, che può causare disagio e difficoltà nei movimenti. 

Le fratture da osteoporosi 

Le fratture legate all’osteoporosi sono spesso chiamate fratture da fragilità, perché si verificano in situazioni che normalmente non causerebbero danni gravi a persone con ossa sane. Queste fratture si verificano più facilmente a causa della perdita di densità e forza delle ossa, e possono essere molto dolorose e debilitanti.  

Tra le fratture più comuni associate all’osteoporosi ci sono: 

  • Fratture dell’anca: le fratture dell’anca sono una delle complicazioni più gravi dell’osteoporosi. Possono verificarsi anche dopo cadute da un’altezza relativamente bassa, come una caduta da in piedi. Queste fratture richiedono spesso interventi chirurgici complessi e possono avere un impatto duraturo sulla mobilità e sulla qualità della vita. Il recupero può essere lungo e può comportare una riduzione significativa della capacità di movimento, con il rischio di complicazioni come infezioni o trombosi. 
  • Fratture vertebrali: le fratture delle vertebre sono altrettanto comuni e possono causare dolore cronico e deformità. Queste fratture possono avvenire senza un trauma evidente, come nel caso di un movimento improvviso o di un colpo di tosse forte. Le vertebre danneggiate possono comprimersi, riducendo l’altezza della colonna vertebrale e causando una curvatura permanente. Il dolore derivante da fratture vertebrali può essere debilitante e limitare la capacità di svolgere attività quotidiane. Inoltre, può aumentare il rischio di altre fratture vertebrali. 
  • Fratture del polso: le fratture del polso sono spesso il primo segno clinico di osteoporosi, soprattutto nelle persone anziane. Questo tipo di frattura si verifica comunemente quando la persona cade su una mano tesa, un incidente che non dovrebbe causare danni alle ossa in individui con una densità ossea normale. Tuttavia, nelle persone con osteoporosi, l’osso si frattura facilmente a causa della sua fragilità. Le fratture del polso possono richiedere interventi chirurgici per garantire una corretta guarigione e possono ridurre la funzionalità dell’articolazione, influenzando la capacità di afferrare oggetti e di svolgere compiti quotidiani. 

L’osteoporosi può essere asintomatica nelle fasi iniziali, ma i sintomi diventano più evidenti quando le ossa iniziano a fratturarsi. La presenza di dolore osseo, fratture frequenti, riduzione dell’altezza e una postura curvata sono segnali che dovrebbero spingere a una valutazione medica approfondita, in particolare per le persone a rischio. Le fratture da osteoporosi, se non trattate adeguatamente, possono compromettere la qualità della vita e portare a disabilità permanenti. 

Diagnosi dell’osteoporosi 

La diagnosi precoce dell’osteoporosi è cruciale per prevenire fratture e migliorare la qualità della vita dei pazienti. La principale metodica diagnostica è la densitometria ossea, ma possono essere necessari anche esami di laboratorio e altre indagini per valutare lo stato di salute delle ossa e le eventuali cause sottostanti. 

La densitometria ossea (DEXA) 

Il test di riferimento per diagnosticare l’osteoporosi è la densitometria ossea (DEXA, Dual-Energy X-ray Absorptiometry), una tecnica non invasiva che misura la densità minerale ossea (BMD) in specifiche aree del corpo, come la colonna vertebrale, l’anca e il polso. Questo esame fornisce un punteggio T, che confronta la densità ossea del paziente con quella di una persona giovane e sana dello stesso sesso e età. Il punteggio T aiuta a determinare la salute delle ossa e a classificare la condizione in base ai seguenti valori: 

  • Normale: T-score maggiore di -1, che indica una densità ossea adeguata e un rischio minimo di fratture. 
  • Osteopenia: T-score compreso tra -1 e -2.5, che suggerisce una densità ossea inferiore alla media, ma non abbastanza grave da essere classificata come osteoporosi. Le persone con osteopenia hanno un rischio maggiore di sviluppare osteoporosi in futuro. 
  • Osteoporosi: T-score pari o inferiore a -2.5, che indica una grave perdita di densità ossea e un rischio significativamente elevato di fratture, anche in seguito a traumi minori. 

La densitometria ossea è un esame molto preciso e rappresenta il metodo principale per la diagnosi dell’osteoporosi. Viene generalmente raccomandato alle donne in post-menopausa e agli uomini di età avanzata, o a chi ha fattori di rischio per la malattia. 

Esami di laboratorio 

Oltre alla densitometria ossea, gli esami del sangue e delle urine sono strumenti utili per identificare eventuali cause secondarie di osteoporosi, monitorare l’efficacia dei trattamenti o valutare lo stato nutrizionale e metabolico del paziente.

Gli esami più comuni includono: 

  • Livelli di calcio e fosforo: il calcio è un minerale fondamentale per la salute ossea, e le sue alterazioni nei livelli plasmatici possono indicare problemi metabolici che influenzano la densità ossea. Il fosforo, che lavora in sinergia con il calcio, viene anch’esso monitorato. 
  • Vitamina D: la vitamina D è essenziale per l’assorbimento del calcio e il mantenimento della salute delle ossa. Una carenza di vitamina D può contribuire alla perdita di densità ossea, aumentando il rischio di osteoporosi. 
  • Funzione renale ed epatica: le malattie renali e epatiche croniche possono influire sul metabolismo osseo, pertanto vengono monitorate per escludere eventuali complicazioni che potrebbero contribuire all’osteoporosi. 
  • Marcatori di turnover osseo: gli esami che misurano i marcatori di turnover osseo, come l’osteocalcina o il cross-linking del collagene, forniscono informazioni sui processi di formazione e distruzione ossea. Un aumento dei marcatori di turnover può essere un segno di perdita ossea accelerata. 

Altri esami 

In alcuni casi, per completare la diagnosi o per valutare la gravità della malattia, potrebbero essere necessari ulteriori esami.  

Questi includono: 

  • Radiografie: le radiografie possono essere utili per individuare fratture vertebrali, deformità ossee o altre anomalie strutturali che potrebbero non essere state rilevate con la densitometria. Le fratture vertebrali, per esempio, sono comuni nei pazienti con osteoporosi avanzata. 
  • Risonanza magnetica (RM): la risonanza magnetica può essere utilizzata per valutare il danno alle ossa in modo più dettagliato, soprattutto in caso di fratture vertebrali sospette. È particolarmente utile quando la densitometria non è sufficiente a determinare l’entità della frattura o per escludere altre patologie ossee. 
  • Biopsie ossee: sebbene rare, le biopsie ossee possono essere indicate in casi complessi dove si sospetta una patologia ossea diversa dall’osteoporosi, come tumori ossei o altre malattie metaboliche. Questo esame consente di prelevare un campione di tessuto osseo per un’analisi più approfondita. 

La diagnosi dell’osteoporosi si basa principalmente sulla densitometria ossea, che fornisce una valutazione accurata della densità minerale ossea e un’indicazione chiara del rischio di fratture. Gli esami di laboratorio e, in alcuni casi, indagini diagnostiche aggiuntive come radiografie e risonanze magnetiche, completano il quadro clinico, permettendo al medico di valutare correttamente la salute delle ossa e di monitorare l’efficacia dei trattamenti. Una diagnosi tempestiva dell’osteoporosi consente di intraprendere interventi terapeutici mirati per ridurre il rischio di fratture e migliorare la qualità della vita del paziente. 

Come si gestisce l’osteoporosi 

La gestione dell’osteoporosi si basa su un approccio combinato che comprende modifiche dello stile di vita, terapia farmacologica e prevenzione delle cadute.  

Ogni parte di questo approccio ha l’obiettivo di migliorare la salute ossea, prevenire fratture e migliorare la qualità della vita del paziente. 

1. Stile di vita e alimentazione 

Alimentazione 

Una dieta equilibrata e ricca di nutrienti è fondamentale per mantenere ossa forti e prevenire la perdita di densità ossea. Gli elementi chiave da includere nella dieta sono: 

  • Calcio: Il calcio è essenziale per la costruzione e il mantenimento della densità ossea. Alimenti ricchi di calcio includono latte, formaggi, yogurt, verdure a foglia verde scuro (come spinaci e broccoli) e alcuni pesci, come le sardine e le aringhe, che possono essere consumati con le lische per un apporto maggiore di calcio. In caso di carenza, può essere consigliato un integratore di calcio. 
  • Vitamina D: La vitamina D facilita l’assorbimento del calcio nell’intestino e ne regola i livelli nel sangue. Può essere trovata in alimenti come pesci grassi (come salmone, sgombro e tonno), uova e alimenti fortificati (come alcuni tipi di latte e cereali). Inoltre, l’esposizione al sole è cruciale per la sintesi naturale di vitamina D, quindi è importante cercare di esporsi al sole quotidianamente per un periodo adeguato, soprattutto in inverno o in luoghi con poca luce solare. 
  • Proteine: Le proteine sono necessarie per la rigenerazione delle ossa, quindi è importante assicurarsi di avere una dieta sufficientemente ricca di proteine da carni magre, legumi, pesce, uova e prodotti lattiero-caseari. Le proteine aiutano anche a mantenere la massa muscolare, che è essenziale per prevenire cadute. 
  • Limitare alcol e caffeina: L’alcol e la caffeina possono ridurre l’assorbimento di calcio e interferire con la salute ossea. Pertanto, è consigliato limitare il consumo di alcol a quantità moderate (un drink al giorno) e ridurre l’assunzione di caffeina da caffè, tè e bevande gassate. 

Esercizio fisico 

L’attività fisica regolare è un pilastro importante nella gestione dell’osteoporosi, in quanto aiuta a mantenere la densità ossea, migliora la forza muscolare e riduce il rischio di cadute.  

Le attività fisiche raccomandate includono: 

  • Esercizi attivi: Attività come camminare, correre, ballare e salire le scale sono fondamentali perché sollecitano le ossa, stimolando la formazione di nuovo tessuto osseo. Questi esercizi sono particolarmente efficaci nell’aumentare la densità ossea, specialmente nelle ossa portanti come quelle delle gambe e della colonna vertebrale. 
  • Esercizi di resistenza: L’uso di pesi leggeri o fasce elastiche aiuta a rafforzare i muscoli e le ossa. Gli esercizi di resistenza sono utili per migliorare la forza muscolare, che a sua volta riduce il rischio di cadute e fratture. 
  • Esercizi di equilibrio: Attività come Tai Chi, yoga o esercizi specifici per migliorare l’equilibrio sono fondamentali nella prevenzione delle cadute, migliorando la coordinazione e la stabilità del corpo. Questi esercizi sono particolarmente importanti per le persone anziane, che sono più suscettibili alle cadute e alle fratture. 

2. Terapie farmacologiche 

Nei pazienti ad alto rischio di fratture, la terapia farmacologica gioca un ruolo fondamentale nel trattamento dell’osteoporosi, rallentando la perdita ossea e, in alcuni casi, stimolando la formazione ossea.  

Le principali categorie di farmaci includono: 

  • Bisfosfonati: I bisfosfonati sono farmaci che rallentano il processo di riassorbimento osseo, riducendo così il rischio di fratture. Alcuni esempi di bisfosfonati sono: 
  • Alendronato. 
  • Risedronato. 
  • Zoledronato (somministrato per infusione annuale). 

Questi farmaci sono generalmente prescritti a pazienti con osteoporosi grave o con un rischio elevato di fratture. 

  • Denosumab: È un anticorpo monoclonale che inibisce il riassorbimento osseo, somministrato tramite iniezioni semestrali. Denosumab è particolarmente utile nei pazienti che non possono tollerare i bisfosfonati o che hanno controindicazioni all’uso di questi farmaci. 
  • Terapie ormonali: La terapia ormonale sostitutiva (HRT) è efficace nelle donne postmenopausali e può aiutare a mantenere la densità ossea. Tuttavia, è utilizzata con cautela a causa dei potenziali effetti collaterali. Un’altra opzione è il Raloxifene, un modulatore selettivo dei recettori degli estrogeni che simula gli effetti degli estrogeni sulle ossa. 
  • Teriparatide: È una forma sintetica di paratormone utilizzata nei casi gravi di osteoporosi. Agisce stimolando la formazione ossea e può essere somministrata tramite iniezioni quotidiane. È indicata per pazienti con fratture vertebrali o un alto rischio di fratture. 

3. Prevenzione delle cadute 

Dal momento che le fratture sono una delle principali complicanze dell’osteoporosi, è essenziale ridurre al minimo il rischio di cadute, che possono causare fratture anche con traumi minimi. Alcuni accorgimenti per prevenire le cadute includono: 

  • Modificare lambiente domestico: è fondamentale rendere l’ambiente domestico sicuro. Alcune modifiche importanti includono rimuovere tappeti scivolosi, installare corrimano nelle scale e nei bagni e assicurarsi che l’illuminazione nelle stanze sia adeguata, specialmente di notte. 
  • Indossare calzature adeguate: le scarpe dovrebbero essere comode, con suole antiscivolo e senza tacchi alti per prevenire scivolamenti e inciampi. 
  • Programmi di fisioterapia: i programmi di fisioterapia mirati a migliorare l’equilibrio, la forza muscolare e la coordinazione sono fondamentali per le persone con osteoporosi, specialmente negli anziani. L’esercizio fisico supervisionato da un fisioterapista può aiutare a ridurre il rischio di cadute e fratture. 

La gestione dell’osteoporosi richiede un approccio integrato che combina modifiche dello stile di vita, terapia farmacologica e misure per prevenire le cadute. Adottare una dieta equilibrata, praticare esercizio fisico regolare e seguire un trattamento farmacologico appropriato può significativamente migliorare la salute ossea e ridurre il rischio di fratture. Inoltre, modificare l’ambiente domestico e migliorare l’equilibrio contribuisce a prevenire gli incidenti che possono compromettere ulteriormente la salute ossea. 

Complicazioni dell’osteoporosi 

L’osteoporosi, se non trattata adeguatamente, può portare a una serie di complicazioni significative che influenzano la qualità della vita e la salute generale del paziente. Le fratture ossee sono le conseguenze più comuni, ma vi sono anche altre problematiche correlate che meritano attenzione. 

Fratture ricorrenti 

Le fratture sono la complicazione più comune dell’osteoporosi e si verificano spesso a causa di traumi minimi o addirittura senza alcun trauma evidente. Le fratture vertebrali, per esempio, sono particolarmente frequenti e possono avvenire durante attività quotidiane come sollevare oggetti o semplicemente muoversi. Queste fratture, oltre a causare dolore intenso, possono portare a deformità (come la curvatura della colonna vertebrale) e ridurre significativamente la capacità del paziente di svolgere normali attività quotidiane. Le fratture dell’anca sono altrettanto gravi, in quanto spesso richiedono interventi chirurgici complessi e un lungo periodo di riabilitazione. A causa della fragilità ossea, le persone con osteoporosi tendono a subire fratture ricorrenti, che possono compromettere ulteriormente la loro mobilità e autonomia. 

Dolore cronico 

Il dolore cronico è una delle conseguenze più debilitanti delle fratture vertebrali e può essere difficile da gestire. Le fratture della colonna vertebrale, che si verificano quando le vertebre si comprimono o collassano, sono particolarmente dolorose e possono causare dolore persistente, spesso peggiorato dalla posizione seduta o dal movimento. Questo dolore può diventare invalidante e limitare la capacità del paziente di mantenere una vita attiva, contribuendo a un circolo vizioso di riduzione dell’attività fisica, perdita muscolare e ulteriori problemi ossei. Le persone con osteoporosi possono anche sviluppare dolori muscolari dovuti alla postura alterata e alla compensazione del movimento per evitare il dolore alle ossa. 

Limitazione della mobilità 

La mobilità ridotta è un’altra complicazione importante associata all’osteoporosi, in particolare dopo una frattura dell’anca o della colonna vertebrale. Le persone con osteoporosi possono sperimentare difficoltà a camminare, salire le scale e partecipare ad attività fisiche. La mobilità limitata influisce non solo sulla capacità di svolgere compiti quotidiani, ma può anche aumentare il rischio di isolamento sociale. L’incapacità di partecipare a eventi sociali o attività all’aperto può portare a depressione e ansia, peggiorando ulteriormente la qualità della vita. La perdita di autonomia nei movimenti aumenta anche il rischio di deterioramento fisico, rendendo difficile mantenere una vita indipendente e portando a un circolo vizioso di inabilità e fratture. 

Osteoporosi e prevenzione 

La prevenzione è il metodo più efficace per combattere l’osteoporosi, soprattutto per ridurre il rischio di fratture e migliorare la salute ossea nel lungo periodo. Un approccio preventivo può includere una combinazione di abitudini sane, monitoraggio della salute e trattamento precoce per evitare l’insorgenza o il peggioramento della malattia. 

Monitorare la salute ossea 

Una delle principali strategie preventive è il monitoraggio regolare della salute ossea, in particolare per le donne in postmenopausa, che sono particolarmente vulnerabili a causa della perdita di estrogeni, e per gli anziani in generale, perché la densità ossea tende a diminuire con l’avanzare dell’età. La densitometria ossea è il metodo più comune per valutare la densità minerale ossea e identificare i segni precoci di osteoporosi. Un monitoraggio tempestivo consente di avviare tempestivamente trattamenti e interventi per migliorare la salute ossea e prevenire fratture future. 

Assumere integratori 

La dieta è un fattore cruciale per la prevenzione dell’osteoporosi. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe non essere possibile ottenere abbastanza calcio e vitamina D attraverso l’alimentazione. In tali situazioni, l’assunzione di integratori può essere necessaria per mantenere livelli adeguati di questi nutrienti essenziali. Calcio e vitamina D lavorano insieme per migliorare l’assorbimento del calcio e la salute delle ossa. Gli integratori sono particolarmente raccomandati per le persone che non riescono a consumare alimenti ricchi di calcio, come i latticini, o per chi vive in aree con bassa esposizione al sole, dove la sintesi di vitamina D è ridotta. 

Evitare il fumo 

Il fumo è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo dell’osteoporosi, dal momento che accelera la perdita di densità ossea e ostacola l’assorbimento del calcio. Le persone che fumano sono più vulnerabili alle fratture ossee e il fumo può anche compromettere la capacità del corpo di riparare i danni alle ossa. Pertanto, smettere di fumare è una delle misure preventive più importanti per migliorare la salute ossea e ridurre il rischio di osteoporosi. 

Conclusione 

Le complicazioni dell’osteoporosi, come fratture ricorrenti, dolore cronico e limitazione della mobilità, possono avere un impatto devastante sulla qualità della vita. Tuttavia, grazie a misure preventive mirate, come il monitoraggio regolare della salute ossea, l’assunzione di integratori e l’abbandono di cattive abitudini come il fumo, è possibile ridurre significativamente il rischio di sviluppare questa malattia e le sue complicanze. Un approccio proattivo e integrato, che coinvolga modifiche dello stile di vita e trattamenti adeguati, è essenziale per mantenere ossa forti e ridurre il rischio di fratture e altre complicazioni legate all’osteoporosi. 

L’osteoporosi è una malattia complessa ma gestibile, a patto di intervenire tempestivamente con una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato. Con una combinazione di alimentazione equilibrata, esercizio fisico e terapie appropriate, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti. 

La consapevolezza è il primo passo per affrontare questa condizione: continuare a informarsi e adottare uno stile di vita sano può fare la differenza. Se sospettate di essere a rischio di osteoporosi, non esitate a consultare un medico per una valutazione approfondita. 

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